Il Maestro Gianbecchina non ha avuto i natali a Gangi ma ne è diventato, a pieno titolo, cittadino onorario. Oggi l’Istituzione Gianbecchina ed il Comune di Gangi hanno allestito una pinacoteca permanente presso Palazzo Sgadari, già sede del Museo Civico, che accoglie le opere che il Maestro donò al paese di Gangi ed ai gangitani.
Un sentimento di affetto mi lega a questa nobile terra di Gangi e a tutti i Gangitani che mi hanno sempre manifestato grandi espressioni di stima e di ammirazione. Conoscere Gangi, paese dalle antiche origini e tanto ricco di arte e di tradizioni, è stato per me motivo di arricchimento spirituale: questa Comunità così operosa, civile e ospitale, mi ha conquistato fino alla commozione.
Ho riscontrato in esso tante affinità con la mia cara Sambuca, non solo nella cultura rurale e nelle tradizioni artigianali, non solo nella ricchezza architettonica delle sue chiese e dei palazzi, ma anche, e soprattutto, nelle virtù della sua gente, nel suo passato ricco di valori come nel suo fecondo presente, e perfino nella sua stessa conformazione morfologica, aggrappato com’è sul crinale di una collina e immerso in uno scenario naturale di particolare bellezza.
Quando poi la municipalità gangitana, rappresentata dal Prof. Gaetano Murè, volle così generosamente conferirmi la “Cittadinanza onoraria”, il mio animo si sentì colmo di gioia e cominciai ad amare Gangi come il mio paese natio, in cui i ricordi dell’infazia e della giovinezza sono così vivi e radicati in ogni dove.
L’Arte, alla quale ho creduto come ad una divinità, ha dato alla mia vita un impronta e un significato ed ora mi consente di vivere questa esperienza magica e meravigliosa.
Nel nome dell’Arte mi sento spiritualmente unito a questo paese madonita, così come a tutti gli uomini, che considero fratelli.
E, al di là delle immagini, solo ora scopro l’essenza della vita.
Ho voluto donare alcune delle mie opere ai Gangitani, tanto sensibili all’Arte, nella speranza che il messaggio di pace e di fraternità che esse esprimono possa contribuire a rendere migliori i rapporti tra gli uomini e a guidarli verso quella felicità che nasce dall’onesto lavoro, nella libertà, nella giustizia.
Sono convinto che la nostra Sicilia potrà rinascere e progredire solo se saprà riscoprire quei valori legati alla nostra tradizione, in cui il culto della famiglia, la salvaguardia delle risorse ambientali, la legalità e il rispetto dell’uomo trovino il loro punto di forza e di equilibrio.