Filippo Quattrocchi, scultore ligneo gangitano attivo fra settecento ed ottocento, nacque in Gangi da Gandolfo Quattrocchi e da Rosalia Nicosia.
Sulla data di nascita si presentarono dei dubbi, infatti sulla scia di quanto asserito dal Naselli, il quale, aveva ritenuto sufficiente l’atto di battesimo registrato il giorno 8 ottobre 1734 nel quale figurava un bimbo, figlio dei due coniugi Quattrocchi, di nome Giuseppe Filippo.
Il ritrovamento di quell’atto fu dunque bastevole per dare al nostro artista una data di nascita certa.
Un’ulteriore ricerca condotta dall’Architetto Salvatore Farinella, ha rinvenuto un atto di battesimo, successivo al primo di quattro anni, quest’ultimo inedito documento, datato 13 febbraio 1738, si riferisce ad un bambino, anch’esso nato da Gandolfo Quattrocchi e da Rosalia Nicosia, al quale vennero imposti i nomi di Filippo Cataldo Gioacchino.
A questo punto appare certo ritenere proprio quest’ultimo atto come il più attendibile e nessun dubbio rimane sulla corretta data di nascita del nostro artista, riconducibile pertanto al 13 febbraio 1738; tanto è vero che il Rivelo presentato da Gandolfo Quattrocchi il 10 novembre 1747 conferma la presenza in famiglia sia di un primogenito di nome Giuseppe, di 12 anni, sia di un secondogenito Filippo che a quell’epoca ha 9 anni.
Alla famiglia paterna di modeste condizioni si affiancava la famiglia materna più agiata e soprattutto più interessante in quanto il giovane Filippo aveva due zii materni, Nicolò (falegname) e Giovanni (pittore) presso le cui botteghe Filippo fece l’apprendista.
Fin da bambino mostrò una spiccata tendenza per il disegno, abbozzando figurine ben fatte sui quaderni, sui muri o dovunque gli fosse capitato, e per la plastica, modellando in creta dei santini e dei cavalieri. Data la versatilità, il padre pregò l’Architetto Gandolfo Felice Bongiorno, il quale amorevolmente aderì all’invito di impartire al ragazzo lezioni di disegno.
Filippo approfittò moltissimo di tale avviamento, che poi continuerà a Palermo presso il laboratorio di un solerte scultore del tempo. Qui il giovane Filippo divenne artista di scalpello.
Tornato in Gangi, aprì lui stesso bottega ed iniziò la sua carriera. Da qui eseguiva le diverse committenze che arrivavano da Palermo, da diversi paesi dell’isola e specialmente dalla Madonie. Le opere erano per lo più destinate per le principali chiese, su incarico ed ad spesa delle relative confraternite.
Tra le opere del Quattrocchi site in Gangi, annoveriamo il gruppo dell’Annunziata, nella chiesa di S. Maria, il quale, sia per la bellezza e la perfezione di linee sia per l’espressione delle figure sia per la naturalezza della scena, come per la pitturazione è stato proclamato il capolavoro.
Segue la statua di San Gaetano nella chiesa della Madrice, la Vergine del Rosario nella chiesa della Catena, la Madonna degli agonizzanti nella chiesa di S. Cataldo, il Crocifisso dei Cappuccini (che porta sulla fascia, che ne copre i lombi la firma dell’autore), la Madonna della Catena nella chiesa omonima, la Madonna di Gibilmanna e S. Vito nella chiesa di S. Maria, S. Filippo e l’Angelo Custode nella chiesa del Salvatore, S. Domenico, S. Eligio, un piccolo S. Luigi e S. Antonio nella Madrice.
Numerose e di gran pregio le opere destinate a molti paesi di Sicilia e come avevamo detto in precedenza nei paesi delle Madonie.