“Morto lo storico Francesco Giunta: dedicò la sua vita al Medioevo”.
Con questo significativo titolo su quattro colonne il Giornale di Sicilia del 16 gennaio 1994, in un articolo di Giuseppe Quatriglio, dà ai suoi lettori la notizia.
“Scompare – scrive Quatriglio – con Francesco Giunta (…) lo storico che allo studio del medioevo ha dedicato tutto il suo impegno scientifico.”
Impegno, come sottolinea Antonino Buttitta, “… motivato dalla ricerca delle ragioni profonde di quei fatti, per intenderne il senso ultimo nel più generale processo formativo della storia siciliana ed europea.” Impegno che lo porta a produrre e a pubblicare (tra il 1947 e il 1992) oltre duecento titoli, una così vasta bibliografia (cortesemente fornita dai familiari) impossibile da riportare in questo spazio, ma disponibile alla consultazione presso la biblioteca comunale.
Qualche citazione, a titolo di esempio:
“Bizantini e bizantinismo nella Sicilia normanna” (1950 e 1974)
“Aragonesi e Catalani nel Mediterraneo” (1953)
“Uomini e cose del Medioevo Mediterraneo” (1962)
“Terra senza crociati” (con Umberto Rizzitano, 1967)
“La coesistenza nel Medioevo” (1968)
“Medioevo e Medievisti” (1971)
“Il monachesimo basiliano nella Sicilia normanna” (1983)
“Nuovi studi sull’età colombiana” (1987)
“La presenza catalano-aragonese in Sicilia” (1991).
Nel 1991 raccoglie, poi, in due volumi “Non solo Medioevo” alcuni tra i suoi saggi già editi che ritiene più significativi. E li fa precedere da una breve ma esauriente autobiografia.
Nel 1992 cura, con saggezza e passione, il Convegno Internazionale di Studi Colombiani, che si tiene a Erice (22-27 aprile), un impegno che egli stesso definisce “oneroso”; ma che, ancora una volta, lo vede protagonista.
Nel 1993 ne cura anche la pubblicazione degli atti, editi dall’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Palermo.
Non basta. Intensa è la sua collaborazione a riviste e giornali: citerò per tutti “Il Giornale di Sicilia” e “La Fiera Letteraria”.
Affatto trascurabile il suo apporto di ricercatore a vari dizionari ed enciclopedie, “Dizionari biografici degli italiani”, per esempio.
Da non dimenticare, infine, il Giunta critico d’arte. Ben ventidue titoli dedicati ad artisti diversi: Totò Bonanno, Bruno Caruso, Maurilio Catalano, Manuel Cusachs, Renato Guttuso, Giuseppe Migneco…
E chiedo scusa agli altri, non potendoli citare tutti.