Nato a Gangi il 9 maggio 1817 da Antonino Lo Presti e da Antonina Scavuzzo. Dopo aver svolto le scuole elementari qui a Gangi. Poi intraprese gli studi superiori e con ferma vocazione religiosa venne ordinato sacerdote. Quindi consegui la laurea in Sacra Teologia ed il titolo di Dottore.
Fu per molti anni Rettore della Confraternita del Rosario della Matrice. Si dedicò all’insegnamento tra i suoi allievi eccelse il poeta dialettale Francesco Paolo Polizzano.
Fu un uomo di grande pietà e di dottrina e inoltre un cultore dell’arte poetica, purtroppo la maggior parte della sua ricca produzione è andata sperduta.
Morì a Gangi il 31 agosto 1882. Le sue spoglie dalla tomba gentilizia, dove erano state tumulate, in un secondo tempo furono traslate in un modesto sarcofago nella cappella del cimitero.
Le più belle poesie erano quelle di indole religiosa, tra cui il carme “Ave Maria” e gli inni dedicati a Gesù Bambino, alla Vergine della Seggiola e alla S. Croce, quest’ultimo venne musicato per il Venerdì Santo.
Nell’ode “Apostasia” balla a sangue un degenere figlio della Chiesa, il quale, dopo aver gettato la tonaca alle ortiche, aveva avuto l’ordine d’offendere la sua seconda madre:la Chiesa.
Lo Presti compose anche un apologo “Un porco in maschera”.
Altre lode, bella e gentile, è quella composta a conforto di Angela Lo Presti in Restivo per la perdita della figlia Giuseppina (1874) intitolata “Il sogno”. Non è stato possibile rintracciare l’altra “Tre quarti d’ora di meditazione alla Villa Giulia”, nè molte altre poesie inedite.