Nacque a Gangi il 25 dicembre 1828 da Giuseppe Milletarì e da Giovanna Mendola.
Dopo le scuole primarie e secondarie, frequentò l’università di Palermo, completando gli studi nella facoltà di medicina e chirurgia.
Dopo due anni dalla laurea vinse il concorso di condotta medica e si trasferì a Gangi. Aggiungendo alle solide basi dello studio universitario e dei due anni di pratica ospedaliera, svolta nell’Ospedale e nelle Cliniche Universitarie, diventò il mago dell’arte medica. Queste sue doti non erano apprezzate solo a Gangi ma anche nei centri vicini dove veniva spesso chiamato e consultato.
Fu esperto nell’arte chirurgica e i suoi interventi operatori destavano grande ammirazione e meraviglia dato i primi mezzi di disinfezione e di sterilizzazione del materiale operatorio e dell’ambiente poco adatto e male attrezzato della sala operatoria dell’Ospedale Civico locale.
Operava di cataratta come un provetto oculista, eseguiva anche interventi di estrazioni di calcoli su questo è rimasto un detto “Don turiddu scippa petri e metti petri” alludendo alla estrazione dei calcoli e alla costruzione di una villa nei pressi dell’abitato, al Piano Ospedale.
In questa villa era solito passare con la famiglia buona parte dell’anno, da qui di buon mattino saliva con la sua asinella in paese per compiere il giro delle visite domiciliari e per ultimo raggiungeva l’Ospedale Civico.
Nell’esercizio professionale non fu affatto venale ma molto generoso, tanto da distribuire a chi ne aveva bisogno oltre ai soldi per le medicine per acquistare anche generi alimentari. Per le sue attività avrebbe potuto accumulare un discreto patrimonio ma data la sua grande generosità morì povero all’età di 73 anni il 19 marzo 1902, si dice che le spese del funerale sono state offerte spontaneamente dai cittadini.